top of page
federicabuoninfant

UN NUMERO ENORME DI PERSONE NEL NOSTRO PAESE FA REGOLARMENTE USO DI CANNABIS

Un numero enorme di persone nel nostro Pese fa regolarmente uso di cannabis, le statistiche parlano di più di sei milioni di italiani!

Per rendere l’idea delle dimensioni del fenomeno, è come se tutti gli abitanti di Roma, Milano e Napoli fumassero erba ogni giorno.

Come è noto, si sono formate due correnti di pensiero in materia: una propende per la totale legalizzazione delle droghe leggere e l’altra continua a ritenere giusta la penalizzazione degli stupefacenti.

Occorre interrogarsi se il sottrarre profitto alla mafia, incrementare le entrate fiscali pubbliche e il risparmiare le risorse di polizia, conosciute come le principali ragioni a sostegno della legalizzazione, siano sufficienti a determinare la resa delle istituzioni contro la droga.

È indubbio che le mafie traggano notevole profitto dalla commercializzazione di droghe leggere e, invece, lo Stato spenda miliardi nel reprimerle.


Sulla scorta di questa elementare equazione matematica sembrerebbe che legalizzare sia la soluzione migliore.

Analogamente anche la corruzione è un fenomeno molto diffuso in Italia al punto che la legge prevede, per la pubblica amministrazione, lunghe e costose procedure a cui attenersi per scongiurare questo dramma, non c’è forse da chiedersi come mai nessuno abbia pensato di legalizzare i corrotti? E perché nessuno ha mai pensato di legalizzare il terrorismo? Perché non legalizziamo anche l’evasione fiscale?

  • Tutte domande, naturalmente provocatorie, che non necessitano nemmeno una risposta per quanto evidenti e banali siano le risposte.


Il tema impone un’attenta distinzione tra le attività che lo Stato svolge come servizi al cittadino, per i quali esige in cambio i tributi, e le attività che lo Stato svolge per prevenzione generale e per il benessere dei cittadini. Il contrasto alle droghe, che rientra senz’altro nella seconda ipotesi, non è un’attività per cui le autorità devono aspettarsi un ritorno economico, anzi, rappresenta solo una spesa ed è giusto che sia così.



Non convince nemmeno la tipica argomentazione secondo cui lo Stato non debba occuparsi di come gli adulti decidano del proprio corpo. Non si può non considerare come in primis il consumo di sostanze riduce progressivamente la lucidità e la capacità stessa di comprendere cosa è bene e cosa è male per il corpo e, inoltre, seppur si volesse lasciare questa facoltà agli adulti, sicuramente ne rimarrebbero fuori i minori che continuerebbero ad acquistare cannabis illegalmente, finanziando le mafie e, soprattutto, entrando in cattivi contesti che li avviano verso la criminalità.


Sfortunatamente negli ultimi decenni la legge non ha messo in piedi un serio contrasto alla tossicodipendenza o al consumo occasionale, anzi, negli anni novanta ha depenalizzato il consumo personale delle c.d. “droghe leggere”, prevedendo sanzioni amministrative che vanno dalla sanzione pecuniaria alla sospensione di patente e passaporto. Non si tratta certo di sanzioni indifferenti, tuttavia, vista la grandezza del fenomeno, forse andrebbero riviste e riadeguate alla realtà attuale.

Occorre inoltre visionare come tra tutti gli argomenti pro alla legalizzazione, ne emerga uno in particolare per la sua assurdità, ovvero la tesi secondo cui la proibizione incentiverebbe il consumo. A confutare irrimediabilmente questa affermazione ci sono i dati. Infatti, nessun dato rileva come dopo la depenalizzazione del possesso per uso personale il consumo di droghe leggere sia diminuito. Al contrario, sembra propagarsi sempre di più tra i giovani e i giovanissimi.


Al di là di ogni valutazione di opportunità, ciascuno dovrebbe chiedersi se è giusto che lo Stato distribuisca sostanze tossiche, in grado di creare dipendenza e alterare la percezione della realtà. Non di rado si obietta che anche l’alcool produce danni alla mente e al corpo; tuttavia, in Italia esiste una cultura delle bevande alcoliche lunga migliaia di anni, grazie alla quale tutti ne conoscono gli effetti, le implicazioni e i limiti. Tantissimi italiani quotidianamente bevono una birra o un bicchiere di vino a tavola, ciascuno conosce la propria reazione all’etanolo.

I numeri sul consumo a rischio” di bevande alcoliche sono, per queste ragioni, nettamente inferiori a quelli generati dalle droghe.


Il rischio di abbandonare la lotta alla cannabis è di creare una nuova popolazione che consuma abitualmente questa sostanza, e tra questi potrebbe esservi senz’altro un medico, un avvocato, un giudice, un ingegnere, un poliziotto, un militare e così via.

Dobbiamo dunque chiederci: serve veramente questa legalizzazione? Diteci la vostra!


5 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page